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SALONE DEL MOBILE 2003


PRESENTAZIONE DELLA COLLEZIONE “OSSIDATI”DELLO STUDIO JOB.


UNA NUOVA COLLEZIONE DI OGGETTI IN BRONZO OSSIDATO CHE SONO INCORPORATI  IN TAVOLI E CREDENZE DI QUERCIA FRANCESE.
IN CONTEMPORANEA EDIZIONE DI NUOVI OGGETTI IN BRONZO OSSIDATO
(ARMI E SIMBOLI).
L'ESPOSIZIONE AVRA' CARATTERE ITINERANTE E PROSEGUIRA' AL
MUSEO GRONINGER (OLANDA) DAL 17 MAGGIO AL 21 SETTEMBRE 2003.
MARK P. WILSON DEL MUSEO GRONINGER E’ IL CURATORE DI ENTRAMBE LE MOSTRE.
PER L’OCCASIONE SUE AN VAN DER ZIJPP, CURATORE DEL SETTORE ARTE CONTEMPORANEA DEL MUSEO GRONINGER, HA REDATTO IL TESTO “BRAVE NEW WORK””.


“ OSSIDATI ” da DILMOS  

  
2003, 10 -14 APRILE, ORE 10 - 21
INAUGURAZIONE : COCKTAIL, MERCOLEDI’ 9 APRILE ORE 18
DILMOS, PIAZZA SAN MARCO 1, MILANO.


studio jOB
location: "Stijfselstraat 10, B- 2000 Antwerp, Belgium
www.studiojob.be, office.studiojob.be"
t +31 (0)40 2525458  f +31 (0)40 2525463


PER INFORMAZIONI PREGASI CONTATTARE :  
DILMOS, GIANANDREA CASTELLAZZI, MILANO
TEL 02 - 29002437, FAX 02 - 29002350

info@dilmos.it


"Brave New Work"
Come un bravo narratore che si prepara, lo Studio Job (Job Smeets e Nynke
Tynagel) stagione dopo stagione aggiunge un nuovo capitolo al suo racconto
sinistro che inizialmente sembrava umoristico, per via della tipica
struttura.
Negli ultimi tempi, i disegni contagiosi, caricaturali dello Studio Job, che
non rispettano alcuna scala, hanno suscitato molto fragore nel mondo
internazionale del design.
Le loro opere si prestano a diverse interpretazioni relativamente a
funzionalità, produzione di massa e stile, giocando volutamente su unità,
autonomia e figurazione.
I nuovi lavori di Smeets e Tynagel sono racchiusi in un'atmosfera in cui
dominano pericolo, aggressione, confusione e paura.
Con questa nuova esposizione gli artisti hanno sottolineato la propria
posizione voltando violentemente le spalle a stile e scopo, in contrasto con
l'esposizione dello scorso anno, che trasudava un'atmosfera tragicomica,
densa di malinconia e inquietudine.
Oggi, espongono ai visitatori una mostra che ha del fiabesco, composta da
oggetti in bronzo divenuti verdi, spesso adorni di decorazioni talvolta
caricaturali, esagerate.
In questa esposizione il posto centrale è occupato da un castello medievale
arroccato su una formazione rocciosa. Il castello, che è un portacandele, è
circondato da diversi oggetti quali un forziere ben serrato, una grande
scure e un orologio classico rotto al quale è attaccata una spada,
richiamando così il mondo di "Excalibur", un busto maschile in una
smagliante uniforme con copricapo da dittatore che risulta cavo all'interno
e potrebbe dunque servire da vaso; ed infine la riproduzione di un calice
decorato del 19° secolo sormontato da un cervo, circondato da rettili.
Il pezzo forte dell'esposizione dello scorso anno è presente anche oggi: il
Candle Man" (l'uomo delle candele). Detta figura dalle dimensioni reali, a
parete,  rappresentava una persona con in mano due candele. Non risultava
chiaro se il Candle Man fosse un fomentatore o se portasse la luce al mondo.
Questa volta, tuttavia, appare in forma di bambino senza candele. Smeets e
Tynagel adesso non lasciano dubbi in merito alla vera natura di questa
creatura. Il Candle Man, adornato con corna da diavolo, è, grazie a Dio,
stabilmente alloggiato o per meglio dire mummificato e giace al sicuro,
inchiodato ad un proiettile.
La mostra si presenta ai visitatori come un mondo cacofonico, ricco di
contraddizioni. Si tratta di una raccolta in cui si addensano diversi stili
e differenti periodi, un certo simbolismo personale, vari motivi e temi
discordanti, insieme ad una miscela di oggetti autonomi e funzionali, che
rendono difficile nascondere la dignità cadente dei tempi andati, inclusa
quella della nostra epoca.
Decadenza, soffocamento e decomposizione dominano l'atmosfera, impregnando
l'aria di un'incombente minaccia.
Cosa succederà quando il Candle Baby (il bambino delle candele) sarà
cresciuto? Chi impugnerà le armi e chi riuscirà ad estrarre la spada dalla
roccia? Chi sarà il nuovo "Artù" destinato a confrontarsi con l'ingiustizia?
Ed il castello è un paradiso sicuro? Ma soprattutto, chi è o cosa
costituisce questo destino? Questi interrogativi coinvolgono sentimenti
fondamentali che riguardano la paura, la speranza, il turbamento e la
felicità (illusoria).
La confusione elementare e stilistica sembra indicativa del turbamento
personale di Studio Job come pure della confusione morale universale
riguardo a  questo intervallo di tempo in cui la linea che segna la
differenza tra bene e male diviene sempre più confusa.
L'ironia sta nel lenitivo prescritto da Smeets e Tynagel per il malessere
che hanno invocato.
Il pubblico può "combattere" detto malessere armandosi di diversi simboli
contraddittori tra cui anelli in bronzo, uccelli morti, frecce e pugnali.
Questi simboli emanano il loro richiamo dal forziere di cui solo l'artista
possiede la chiave. Resta da vedere se tali simboli possono davvero tornare
utili per l'osservatore, in quanto gli amuleti non necessariamente
allontanano la sfortuna.
Smeets e Tynagel si dimostrano astuti direttori di sala, trasformando i
propri osservatori in partecipanti, avviluppandoli nella trama della loro
storia per mezzo di una confusione deliberata, costruita con intelligenza,
inspirandosi all'arte, al design e alla moda. Inoltre, questi artisti
trasformano il loro pubblico in soggetti del "meccanismo del consumo"
rendendo questa mostra un notevole esempio di una delle caratteristiche
salienti del nostro tempo: l'abitudine a combattere i valori spirituali
collezionando oggetti materiali.
Le vittime del design Smeets e Tynagel lasciano il proprio pubblico
impaurito e confuso, con una serie di nuovi accessori imprescindibili a cui
aggrapparsi per tenere lontano il pericolo. Smeets e Tynagel non ci
ragguagliano in merito al finale di questa storia: dovremo attendere fino
alla prossima stagione."London, January 2003, Sue-an van der Zijpp,
curator contemporary art Groninger Museum, The Netherlands

 SALONE DEL MOBILE 2003


PER DILMOS EDIZIONI :


"S  P  A  C  E  P  O  P”


Concept dreamroom by Studio Rotella
Concepire l’ambiente della casa contemporanea significa confrontarsi con le radicali mutazioni degli spazi ed i cambiamenti che interessano le tradizionali funzioni attribuite agli ambienti.
Con gli oggetti moderni si instaura quotidianamente una relazione intimista, e ad essi vengono richieste sempre maggiori qualita’ performative ed una grande capacita’ di adattamento alle personali esigenze del fruitore.
 
Il concept abitativo Spacepop, nasce dall’idea di sviluppare all’interno della configurazione spaziale domestica, un’area che trasformi idealmente il proprio assetto tipologico da bedroom a playroom, ed un’identita’ strutturale che oscilli dalla condizione del sogno alla dinamica del gioco.    
Le caratteristiche di modularita’ e componibilita’ dell’elemento-seduta originario, la matematica delle forme e l’atteggiamento meccanico del componente-letto, sono riconducibili alle ricerche di design funzionaliste degli anni 50 e 60.
In questi anni le previsioni di un’estetica futuribile erano ipotesi che scaturivano in un primo momento dall’immaginazione che ha originato la fantascienza, e successivamente dalle sperimentazioni in ambito aerospaziale.
Oggi la trasformabilita’ e la scomponibilita’ dell’interior-design e’ un valore aggiunto degli oggetti d’arredo, spesso imposto da un’esigenza di spazi limitati.
In Spacepop, l’impiego di materiali con forti qualita’ tattili, il contrasto tra superfici soffici e rigide, tra morbidezza e linearita’ delle forme, concorrono a definire un’atmosfera che trasporta il visitatore verso un’attivita’ mentale di svago e stasi, relax ed attivita’ ludica.      
Un’ambientazione che varca le convenzionali limitazioni imposte ad una stanza da letto e si avvicina alle esigenze moderne, esprimendosi con la morbidezza di forme e materiali che danno sicurezza ed energia positiva.
Un progetto felice, in un momento in cui proprio all’interno del nostro ambiente domestico cerchiamo sensazioni positive e rassicuranti.

Progetto   Fabio Rotella
Concept e design     Giordano Cazzola
Graphic consulting   Alessio Mauro
Rendering         Tomohiko Ito


        “GLI  UOMINI DELLA LUCE”  -
 INSTALLAZIONE IN ESTERNI A CURA DI CATELLANI & SMITH

PER DILMOS EDIZIONI :


PRESENTAZIONE DI NUOVI COMPLEMENTI ED ARREDI


- “PAD BOWL” di KATA MATOGA
 Contenitore polivalente.
 Vaso e seduta morbida contro le cadute e urti domestici.
 Materiale : acciaio, gommapiuma, PVC, EVA, DYNEEMA.
 Diametro 40 cm h 100cm e varie


- “ MARGO’” di DANIELE PAPULI
 Una corolla di lamelle bianche e nere:
 un elemento cilindrico per la seduta; un pouf colorato.
 Margo’ e’ una struttura in strisce di reggetta di polipropilene,montate intorno ad una grande latta, predisposta con un pouf per sedersi. Diametro 140cm h 70cm


- “ APPARITA” di ANDREA SALVETTI
Poltrona con struttura portante in fiberglass realizzata a stampo

.
-  SUPRA DESIGN
Le linee moderne, i materiali innovativi ed il colore sono gli elementi che supradesign miscela per creare i suoi oggetti, per una sempre nuova interpretazione del proprio stile.
”carlolight”
cubo color antracite che sembra contenere a fatica un grosso blocco di materiale morbido, silicone trasparente, che fuoriesce dai fori con forma di semisfere rendendo la seduta confortevole e luminosa.
”suspance”
4 cavetti agganciati ad una struttura esterna in acciaio tengono sospeso il contenitoreî in legno laccato trasmettendo leggerezza e  levita’.
“hole”
sedia laccata con struttura scatolare in cui vuoti e pieni si contrappongono in un gioco di simmetrie.


da DILMOS    


2003, 10 -14 APRILE, ORE 10 - 21
INAUGURAZIONE : COCKTAIL, MERCOLEDI’ 9 APRILE ORE 18
DILMOS, PIAZZA SAN MARCO 1, MILANO.

 

 

 

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